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Mercoledì, 25 Giugno 2014 06:07

Una conquista di civiltà: fine della revedibilità INPS della diagnosi di autismo per minori

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Finalmente una conquista di civiltà

L'INPS ha deciso che non serve a nulla rivedere una diagnosi di autismo fino a 18 anni. Infattimettere nel calderone di ogni patologia l'autismo non ha senso visto che l'evoluzione diagnostica nella stragrande maggioranza dei casi non è certamente favorevole ahimè.

Infatti queste visite sono poste in essere per verificare se il bambino e le sue famiglie possano avere quel minimo di sussidio che il piu delle volte non è bastevole nemmeno per pagare terapie, dai costi molto alti es. ABA 50 € a seduta, , analisi ed altro e che quindi il tutto ricade sempre sulle spalle delle famiglie.

Dunque una buona notizia ogni tanto dallo stato

 

A seguire la lettera ed i link

http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Messaggi/Messaggio%20numero%205544%20del%2023-06-2014.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1

allegato

http://www.inps.it/bussola/visualizzadoc.aspx?sVirtuAlURL=/Messaggi/../MessaggiZIP/Messaggio%20numero%205544%20del%2023-06-2014_Allegato%20n%201.doc&iIDLink=-1

o sempre in allegato all'articolo

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 L’Autismo è una grave  disabilità  sociale a carattere cronico  evolutivo,   espressione di un disordine dello sviluppo, risultante di processi biologicamente e geneticamente determinati che pertanto influiscono sul grado di espressività clinica nell’ambito della traiettoria individuale.

        La conseguenza di queste alterazioni è la limitazione delle autonomie personali e o sociali di grado diverso in relazione alla espressività del disturbo autistico con particolare riferimento alle capacità comunicative linguistiche e alla presenza di ritardo mentale e di altre comorbilità.

        La definizione diagnostica prevede un lungo iter valutativo   effettuato da operatori specializzati nell’ambito di un servizio dedicato specialistico.

        I criteri diagnostici del DSM IV, al quale si rimanda per una lettura estensiva, prevedono che vi sia:

  • compromissione qualitativa      dell’interazione  sociale
  • compromissione qualitativa della comunicazione      verbale e non verbale
  • modalità di comportamento, interessi e      attività ristretti, ripetitivi e stereotipati

        La diagnosi di autismo è basata su parametri di tipo comportamentale ed è necessario che venga effettuata da strutture specializzate e accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale in riferimento a situazioni di osservazione standardizzate e adottando scale di valutazione   opportunamente elaborate per il comportamento autistico secondo protocolli raccomandati dalle Linee Guida accreditate.

        Al termine del suddetto percorso diagnostico e al fine di evitare ripetuti disagi al minore affetto e alla sua famiglia, la Commissione Medica Superiore ritiene che si debba evitare la previsione di rivedibilità, sia in tema di invalidità civile che di handicap,  entro il compimento del 18esimo anno di età, ad eccezione dei casi in cui le  strutture di riferimento attestino disturbo dello spettro autistico di tipo lieve o borderline con ritardo mentale lieve o assente.

 Roma, 23/06/2014  

                                        Il Presidente della Commissione Medica Superiore 

                                                               Massimo Piccioni    

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Salvatore Morelli

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